L’Opera Nazionale Balilla

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L’Opera Nazionale Balilla (ONB) era un’organizzazione giovanile fascista per l’educazione fisica e morale della gioventù. Un segmento di Rai Storia dal 3 aprile 1926 l’ha descritto: “l’Opera Nazionale Fascista fornisce un’educazione culturale, morale, fisica, e militare, volta a creare i fascisti del domani.” L’organizzazione fu fondata il 3 aprile 1926 e fu dissolto il 27 ottobre 1937 quando è stata assorbita nella Gioventù Italiana del Littorio.

Dopo la marcia su Roma, il 28 ottobre 1922, quando il Partito Nazionale Fascista salì al potere, Benito Mussolini dové “fascistizzare” la società. L’ONB fu creata per complementare l’istituzione scolastica e indottrinare i giovani con i valori fascisti. Il suo motto era “libro e moschetto, fascista perfetto.” Nei programmi dell’Opera Nazionale Balilla, i giovani impararono gli ideali e la dottrina fascista. L’ideologia consisté nel fascismo e il nazionalismo italiano.

Il nome Balilla era il soprannome di un ragazzo genovese che si chiamava Giovan Battista Perasso. Secondo la tradizione, lui ha iniziato la rivolta contro gli occupanti austriaci nel 1746. Per quello, lui è diventato un’immagine di patriottismo e un simbolo di vittoria durante la prima guerra mondiale. L’ONB voleva creare più ragazzi come lui.

L’Opera Nazionale Balilla era diviso in base all’età e al sesso. I bambini maschi dai 4 agli 8 anni formarono i ‘Figli della Lupa’; quelli dai 9 ai 10 anni formarono il ‘Balilla’; quelli dagli 11 ai 13 anni formarono il ‘Balilla Moschettiere’; e quelli dai 14 ai 18 anni formarono gli ‘Avanguardisti’. Le bambine femmine dai 6 agli 8 anni formarono le ‘Figlie della Lupa’; quelle dai 9 ai 13 anni formarono le ‘Piccole Italiane’; e quelle dai 14 ai 17 anni formarono i ‘Giovani Italiane’.

Tutti i bambini doverono indossare un’uniforme. I bambini maschi indossarono una camicia nera, un fazzoletto azzurro, i pantaloni grigioverde, una fascia nera, le scarpe marrone, e un fez. Anche doverono portare un moschetto ma i piccoli portarono una versione giocattolo. Le bambine femmine indossarono una camicetta bianca e una gonna nera.

I bambini parteciparono ad attività fisiche per prepararsi ad essere soldati. Le bambine parteciparono a corsi di taglio e cucito, di ricamo, d’igiene, di pronto soccorso, e di economia domestica per prepararsi ad essere donne della società fascista. Tutti si stavano preparando per la guerra.

C’era anche una preghiera del Balilla. La preghiera assomigliava al credo degli apostoli così a tante persone non piaceva perché pensavano che era blasfema. La preghiera dice:

Io credo nel sommo Duce,

creatore delle Camicie Nere.

E in Gesù Cristo suo unico protettore.

Il nostro Salvatore fu concepito

da buona maestra e da laborioso fabbro.

Fu prode soldato, ebbe dei nemici.

Discese a Rome, il terzo giorno ristabilì lo Stato.

Salì all’alto ufficio.

Siede alla destra del nostro Sovrano.

Di là ha da venire a giudicare il bolscevismo.

Credo nelle savie leggi.

La comunione dei cittadini.

La remissione delle pene.

La resurrezione dell’Italia.

La forza eterna.

Così sia.

È molto chiaro da questa preghiera che l’ONB adorò Benito Mussolini e pensò che lui era un buon leader.

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