Durante il regime di Mussolini, le donne avevano pochi diritti umani. Purtroppo, durante questo tempo, le donne nella società hanno ricevuto una reputazione che molte persone ancora credono essere vero oggi. Per esempio, Mussolini, il Duce, ha detto questa battuta: “le donne debbono tenere in ordine la casa, vegliare sui figli e portare le corna.” Nel tentativo di prendere il controllo, Mussolini “adottò una politica anti-femminista, che impose alla donna l’esclusivo ruolo di madre-casalinga e facendo così della maternità, oggetto di pubblica esaltazione, a sostegno della forza nazionalista dello Stato.” Questa politica ha mantenuto che le donne hanno dovuto rimanere nelle loro case, e lontano dal mondo del lavoro. L’idea delle donne nel mondo del lavoro anche è stata fermata dalla propaganda fascista. Nel giornale Il popolo d’Italia, pubblicato giornalmente, Mussolini ha accusato le donne e le macchine essere il motivo per cui gli uomini non avevano lavori.
Non solo le donne erano incoraggiate a rimanere nelle loro case, ma Mussolini voleva crescere il numero delle nascite in Italia affinché più giovani studiassero il fascismo. Quindi, lo stato fascista “vietò l’uso di anticoncezionali e il ricorso all’aborto, nonché qualsiasi forma di educazione sessuale.” Le donne erano ricompensate per partorire molti figli. Una testimonianze da Miriam Mafai, una donna durante il regno di Mussolini, ha detto sul questo:
Era un ruolo molto limitato, con molti divieti. Essenzialmente la donna era vista come madre. Veniva, infatti, premiata quando aveva molti figli e discriminata – allora non si usava questo termine – qualora volesse impegnarsi in attività professionali. Negli uffici pubblici il personale femminile non poteva superare il 10% del personale complessivo. Quindi non c’era nessuna forma di uguaglianza.
Poiché le donne erano piú senza diritti, le loro vite erano difficili, e la seconda guerra mondiale ha reso questo problema peggio.
Alcune donne in Italia hanno fatto il fenomeno chiamato “sano femminismo” invece di “vano femminismo.” C’erano due associazioni femminili fasciste: Fasci Femminili, Piccole per le ragazze 8/14 anni, e Giovani Italiane per le ragazze 4/17 anni. Questi organizzazioni hanno cercato di fare una nuova immagine per le donne nelle case. Nonostante questi organizzazioni erano di supporto alla liberazione delle donne, poiché c’erano i fascisti, la loro “funzione principale stava nel valorizzare le virtù domestiche della donna, nel ribadirne l’immagine tradizionale di “angelo del focolare” diffusa attraverso la stampa, la letteratura fascista e i testi per la scuola.” Molte donne, però, erano consapevoli dei loro crescenti diritti, ma non avevano canali per mostrare il loro malcontento. Ciononostante, le donne in Italia hanno lottato per i loro diretti, e lentamente hanno ricevuto il diritto di votare il 1 Febbraio 1945, due anni dopo che Mussolini era stato deposto.