Sport e Fascismo

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Matthew Saio

Lo sport nell’Italia fascista era molto importante, e il dittatore Benito Mussolini ha voluto gli sport fossero una parte integrante del governo. Molte delle tecniche sono state imitate da Adolf Hitler in Germania. Mussolini credeva che gli sport e la politica non debbano essere separati. Mussolini pensava che gli aspetti degli sport erano utili nel governo fascista. Per esempio, i tratti degli sport italiani di “armonia, disciplina, ordine, e coraggio” sono stati usati per promuovere il regime fascista. Mussolini sperava di esprimere il dominio nazionale con le realizzazioni degli sport. Nel 1930, gli italiani hanno competuto con i rivali da Francia, Spagna, e Inghilterra. L’Italia era conosciuta per il suo dominio nel calcio, e ha vinto la Coppa del Mondo nel 1934 e 1938. Mussolini ha usato le vittorie negli sport per dimostrare la superiorità degli italiani. 

Era comune nel regime fascista per gli sport essere usati come parte della formazione dell’ esercito. Questo perché era più facile insegnare ai giovani con gli sport, e ha impedito agli italiani di pensare alle condizioni politiche del regime fascista. Sotto Mussolini, il regime ha voluto controllare gli sport a livello nazionale, e ha voluto vincere sulla scena internazionale. Il regime fascista ha avuto successo nell’espansione di calcio nell’Italia, e ha comprato i molti stadi come “monumenti di gloria”. Mussolini ha voluto la costruzione degli stadi come un segno di dominio del regime fascista, e un segno della volontà di lavorare e realizzare il potere. Il primo stadio dell’Italia sotto il regime è stato costruito a Bologna da Leandro Arpinati. Questo stadio era dove il regime ha avuto molti eventi internazionali e ha insegnato ai giovani sull’esercizio e le idee del fascismo. Questo stadio e gli altri stadi sono stati costruiti sotto Mussolini e il regime fascista ha avuto i tratti dell’architettura romana antica. Di conseguenza, il regime fascista ha costruito gli stadi migliori nell’Europa. Il fascismo si è diffuso dalla città di Bologna, con gli sport al centro del regime. La squadra di calcio di Bologna ha iniziato durante questo tempo, e ha avuto molto successo.

Poiché Mussolini era un dittatore, lui ha voluto controllare tutti gli elementi della società italiana, incluso il calcio. Mussolini ha scelto un uomo chiamato Vittorio Pozzo per gestire la squadra nazionale italiana. Mentre Pozzo ha sostenuto il regime, ha avuto molto successo con la squadra nazionale, e ha vinto sessanta partite e ha perso solo undici in diciannove anni.

Nonostante questo successo, l’obiettivo principale degli sport nel regime fascista di Mussolini era incitare la lealtà dalle masse per il Duce. Mussolini ha espresso questa idea con la frase: “Credi, combatti, obbedisci.”A Mussolini è piaciuto fare un esempio dimostrando la sua abilità fisica e correndo con le sue truppe. Nel 1928, il regime fascista ha iniziato a terminare le organizzazioni degli sport cattolici o degli sport socialisti. Il regime fascista ha controllato le attività fisiche per i giovani. A otto anni, i giovani si sono esercitati insieme nella forma di piramide. La legge del regime ha richiesto agli italiani di fare ginnastica attraverso l’età adulta.

Bibliografia

Konstantinou, Socratis. “Giovani fascisti in Italia e infrastrutture sportive”. 26 settembre 2012,

         socratisk.wordpress.com/2012/09/26/fascist-youth-in-italy-and-sport-infrastructure/.


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Anspach, Emma, and Hilah Almog. “Mussolini’s Football.” Soccer Politics, 2009, 

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