Dopo la prima guerra mondiale, l’Italia ebbe molti debiti. La guerra finì nel giorno dell’Armistizio, l’11 novembre 1918. Il movimento fascista riguardò molti aspetti della vita italiana. Le scuole, l’arte, l’economia, ed i diritti umani. Mussolini sperò di cambiare l’Italia e trasformò l’Italia in una nazione come l’impero romano.
L’educazione nel ventennio fascista cambiò molto sotto Mussolini. Il nome del gruppo fu di una storia. Nel anno 1746 fu un ragazzo genovese ci si chiama Giovan Battista Perasso, o Balilla. Secondo alle leggende, il 5 dicembre 1746, lui iniziò la rivolta popolare contro gli occupanti dell’impero asburgico.
L’Opera nazionale Balilla venne stabilmente suddivisa per età e sesso. Nei corpi maschili, c’erano cinque gruppi. I figli della lupa avevano dai 4 agli 8 anni; i balilla avevano dagli 8 agli 11 anni; i moschettieri avevano dai 12 ai 13 anni; gli avanguardisti avevano dai 14 ai 15 anni; e gli avanguardisti moschettieri avevano dai 16 ai 17 anni. Nei corpi femminili, c’erano tre gruppi. Le figlie della lupa avevano dai 6 agli 8 anni; le piccole italiane avevano dagli 8 ai 14 anni; e le giovani italiane avevano dai 14 ai 18 anni.
Nella scuola, il motto fu “Libro e moschetto, fascista perfetto”. Gli studenti studiarono soggetti come religione, canto, disegno e bella scrittura, lettura espressiva e recitazione, ortografia, lettura ed esercizi scritti di lingua, aritmetica e contabilità, nozione varie e cultura fascista, geografia, storia e cultura fascista, scienze fisiche e naturali e igiene, nozioni di diritto e di economia, educazione fisica, lavori donneschi e manuali, disciplina (condotta), ed igiene e cura della persona.
Tutti del Balilla impararono a memoria questo slogan: “Credo nella Roma, l’Eterno, la madre del mio paese…Credo nel genio del Mussolini… e nella risurrezione dell’impero”. I figli insegnarono a chiamare Mussolini Il Duce. I ragazzi previdero di maturare nei soldati. Leragazze previdero essere buone madri. Insegnarono che l’Italia moderna cominciò nel 1922 con la Marcia su Roma. I figli parteciparono nelle marce e usarono di armi imitazioni. Mussolini disse “preparano i giovani per combattere nella vita, ma anche per la nazione”.