Le Donne e Mussolini

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Le donne durante il fascismo erano oppresse. Questo perché Mussolini era un anti-femminista, e lui ha adottato una politica anti-femminista. Le donne avevano l’esclusivo ruolo di madre-casalinga. La maternità divenne a sostegno della forza nazionalista dello Stato. Le donne divennero note come portatrici di bambini. Mussolini voleva più nascite possibili. Lui quindi ha vietato l’uso di contraccettivi. Lo Stato fascista anche ha vietato il ricorso all’aborto è qualsiasi forma di educazione sessuale.

Non c’era emancipazione femminile, perché ogni aspetto della vita delle donne fu subordinato agli interessi dello Stato. l’intera struttura delle relazioni familiari è cambiata. Nel Codice Civile del ’42 in cui il giurista Rocco definisce la famiglia  ‘un’istituzione sociale e politica’. La famiglia era incoraggiata ad essere prolifica. Di conseguenza, sono nati molti bambini. Inoltre, la nuova famiglia ideale ritornò a essere dove l’uomo sosteneva la famiglia e le donne sono rimaste a casa con i bambini. Seguendo questa politica lo stato fascista ha cercato di eliminare qualsiasi attività che distraesse le donne dallo sposarsi giovani o avere figli. Questo includeva la scuola e l’istruzione. Le bambine per andare alle scuole medie dovevano pagare una tassa doppia a quella dei bambini. Inoltre a scuola, alle ragazze è stato insegnato di essere “donne sottomesse e madri forti”.

Per Mussolini la donna ideale sarebbe un contadino che vive in campagna, felice di crescere la sua grande famiglia secondo i valori tradizionali. Questa immagine è simile alla sua stessa moglie, Rachelle. Gli obiettivi e le politiche di Mussolini verso la famiglia erano fortemente rinforzate da insegnamenti cattolici. Questi insegnamenti hanno avuto una forte influenza su questioni come la maternità, il controllo delle nascite e l’aborto. Questo  ha contribuito a rafforzare il rapporto tra il regime e la Chiesa cattolica. Nel suo romanzo Pane Nero, Miriam Mafai evidenzia come la politica fascista e l’ideologia cattolica “si intrecciano e si sostengono a vicenda, imponendo alla donna un destino tutto biologico” e la sua subalternità nella società e famiglia. Il diritto di famiglia, disciplinato dal 1865 ha precluso alle donne ogni decisione di natura giuridica o commerciale senza l’autorizzazione del marito o del padre. Inoltre, le donne non avrebbero diritto al voto fino al 1946.

 

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