Il divo- un grande film per un uomo controverso

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 Joseph Donohue  ( Italiano Intermedio- Professore Carnevali)

      Il divo – La vita spettacolare di Giulio Andreotti è un film italiano sulla corrotta carriera politica di Giulio Andreotti. In particolare il film mostra Andreotti durante il suo ultimo mandato come primo ministro d’Italia che è iniziato nel 1989 e concluso nel 1992. Il film è uscito in Italia nel 2008 e ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes in Francia.

           Il titolo deriva da uno dei tanti soprannomi di Andreotti. Lo chiamavano “Divo”, “Belzebù”, “il Gobbo” e “il Papa Nero”.  Il titolo è ironico perché il film lo ritrae come un famoso politico ma anche come un uomo solitario e controverso (NYTimes). Il film mostra Andreotti come un uomo infestato dai suoi anni passati. È intelligente, ma anche molto privato e ingannevole. Era potente ma è diventato debole.

           La trama comincia in una stanza buia mentre Andreotti descrive la morte dei suoi molti avversari. Lui dice “Mi pronosticavano la fine. Io sopravvivo. Sono morti loro”. Il significato di questa frase diventa chiaro quando vediamo un montaggio di precedenti omicidi degli avversari di Andreotti durante la sua carriera politica. Poi l’audience incontra i cinque membri democristiani nella banda di Andreotti. Andreotti si candida per presidente d’Italia ma perde. Lascia la sua posizione di primo ministro che segnala la fine dei democristiani. Poi Salvatore Lima viene ucciso da Cosa Nostra. Andreotti è indagato per la sua associazione con la mafia. Il film si è concluso con Andreotti in tribunale.

           Il divo è scritto e diretto da Paolo Sorrentino. È tra i migliori registi italiani. Sorrentino è nato a Napoli il 31 maggio 1970 e cresciuto in Italia durante l’influenza politica di Andreotti (Biografieonline.com). Quando era piccolo era interessato a Giulio Andreotti. In un’intervista, Sorrentino ha detto che voleva fare un film sulla politica da molti anni (Nick Dawson). Il suo primo grande film era One Man Up. Questo film è molto importante perché questo film è stato la prima volta che ha lavorato con l’attore Toni Servillo. Ha collaborato con Servillo per i suoi film di maggior successo come Le conseguenze dell’amore (2004) e La grande bellezza (2013). In particolare per questo saggio Servillo ha svolto il ruolo di Giulio Andreotti in Il divo per il quale ha vinto il Premio europeo per il miglior attore.

           Credo che questo film sia un film moderno del neorealismo (guardian.com). Mostra un’autentica politica italiana e non nasconde la verità. Sorrentino ha usato la storia di Andreotti per mostrare la corruzione politica in Italia e l’influenza della mafia. Ho apprezzato molto questo film ma nella mia opinione per comprendere il film bisogna conoscere la storia politica italiana dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per esempio dopo che termina il regime fascista di Mussolini si forma la Repubblica italiana moderna nel 1946. Per i successivi quarantasei anni il partito democristiano di Andreotti ha dominato la politica italiana. Per questo motivo credo che Sorrentino inizia il film con “Il Glossario Italiano”. In molte scene Andreotti non può dormire. Penso che Sorrentino ha voluto dimostrare che il politico era nervoso e rimorso. La mia scena preferita è quando Andreotti parla degli occhi innocenti della moglie e perché non le ha mai raccontato del male che stava facendo. Questa è una scena potente perché Andreotti ammette i suoi crimini e vediamo che lo hanno colpito. Mi piace la battuta “Il male è necessario per avere il bene. Questo Dio lo sa. Anche io.”

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