Sono arrivata alla università con una conoscenza basica del razzismo, il significato e la funzione, che ha cambiato dopo alcuni anni all’università. Ho frequentato una scuola per ragazze; c’era un corpo studentesco omogeneo com’è una scuola con un’affiliazione cattolica. Mi è piaciuta molto il mio tempo lì con uno spazio per la discussione e la contemplazione dei dilemmi morali come eutanasia, aborto, e la pena di morte, ma non abbiamo affrontare il razzismo. Prima di arrivare a BC, non ho saputo niente sul razzismo istituzionale che esiste negli Stati Uniti. Il corso di sociologia, Deviance and Social Control, mi ha scioccato con l’incarcerazione di massa nel sistema penale statunitense. Anche allora, il razzismo non aveva una immediatezza nella mia vita personale, invece era una qualità sconosciuta e lontana.
Nel mio mondo personale, il mio riconoscimento del razzismo nella mia vita ha cambiato dopo le proteste su campus in ottobre. Quando ho ascoltato oratori, per lo più erano studenti, ho sentito triste e vergogna per la mia ignoranza. Ogni giorno quando cammina tra i edifici, un gruppo di studenti non sente accolto. Una studentessa ha detto una cosa durante la dimostrazione che, normalmente, le persone non si rendono conto che il razzismo non si può debellare essendo gentile a tutti. La percezione fondamentale del razzismo che solo esiste nella interazione quotidiana tra persone diverse quando si tratta ogni persona con un livello universale di rispetto e umanità, non si è un o una razzista. Questa definizione solo forma una parte piccola del razzismo che esiste come malattia nel nostro mondo, non rimane indietro. Senza un riconoscimento su larga scala, dai cittadini mondiali, il razzismo sopravvive nella legge, nella medicina, e nella società a tutti livelli. Mi sono reso conto che il razzismo non solo esiste, ma forma una parte basilare della nostra civiltà. La mia visione del mondo è stata distrutta quando sono venuta alla università, e, per questo, sono grata.
Kaitlin Larkin