Italo Calvino fu un grande scrittore italiano che rinvigorì il genere del postmodernismo nella letteratura. Ho scoperto i libri di Calvino quando ho letto un libro, Classics for Pleasure, di Michael Dirda, il critico letterario di The Washington Post. Dirda ha chiarito che Calvino ebbe un’immaginazione gioisca, una riluttanza a stare alle regole della letteratura. Infatti, Calvino credé nella meraviglia e nella gioia, e mise queste qualità nei libri.
Calvino nacque il 15 ottobre 1923, a Santiago de las Vegas in Cuba. I suoi genitori furono italiani, ma suo padre fu emigrato primamente in Messico e dopo in Cuba. In 1925, la famiglia tornò in Italia, dove Italo scoprì il suo amore per la letteratura. La famiglia detestava i fascisti; Italo s’iscrisse alla Resistenza Italiana. Dopo la guerra, Italo Calvino realizzò la sua ambizione di diventare scrittore. I suoi romanzi primi, ciononostante, furono giudicati “mediocri” per i critici.
A quel tempo, Calvino trovò il suo miglior amore, la favola e la fantasia. Per Calvino, l’obiettivo della fantasia non è di creare “un mondo,” come Tolkien et Lewis, ma di rivelare le verità di questo mondo sotto forma della storia – un’allegoria. Secondo Calvino, la storia è importante più di tutto – la trama, l’astuzia della prosa. Allora, creò il suo stile giocondo – esser giocondo nella letteratura è una sfida più difficile che sembri!
Negli anni 60, scrisse i suoi primi romanzi postmodernisti – Il barone ramponate, Il cavaliere inesistente, Il castello dei destini incrociati. In questi operi, scrivere è un tipo di gioco; Calvino fu interessato al processo esatto di narrazione di storie. Nonostante, la prosa non diverta mai troppo furbo; è spensierato, divertissimo, e Calvino adorò l’idea della vita.
Il romanzo più famoso di Calvino è Se una notte d’inverno un viaggiatore… (1974) Mi piace molto questo libro. È scritto in seconda persona – la protagonista è “tu,” e (nella storia) “tu” trovi un libro – Se una notte d’inverno un viaggiatore…! Non voglio “rovinare” il resto della trama creativa di Calvino, ma è giustamente considerato il suo capolavoro. William Weaver, il traduttore di Calvino in inglese, ha scritto che il libro è un anti-romanzo (“an anti-novel”).
In 1967, Calvino e la sua famiglia si trasferirono a Parigi, dove Calvino diventò amico di numerosi scrittori francesi, in particolare questi della corrente “Oulipo.” Georges Perec, Roland Barthes, Raymond Queneau, e Claude Lévi-Strauss – tutti questi scrittori e più influenzarono lo scritto e la visione del mondo di Calvino. A turno, Calvino influenzò il francese Queneau, l’argentino Jorge Luis Borges, e l’americano Edward Gorey, tra gli altri. Calvino fu onorato per l’Accademia Americana di Roma, per il premio dello stato dell’Austria, e per la Legione d’Onore della Francia.
Calvino morì a 61 anni il 19 settembre 1985, per un ictus, a Siena. Lasciò un’eredità duratura e un corpo di grandi libri a tutti lettori.