Il film Cesare deve morire, diretto dai fratelli Taviani (Paolo e Vittorio), è uscito nel 2012 e ha vinto il premio di miglior film, miglior regista, miglior produttore, miglior montaggio e miglior doppiaggio ai David di Donatello del 2012.
Il film è un dramma e un documentario – è basato su una vera prigione e gli attori sono tutti carcerati. È un film di prigionieri che recitano il famoso dramma Giulio Cesare. La trama di Cesare deve morire segue i detenuti mentre se lo esercitano. Per sei mesi noi guardiamo i prigionieri che diventano appassionati per i loro ruoli nel dramma di Shakespeare. Il prigioniero che fa Bruto, per esempio, ha un momento difficile quando il copione gli ricorda di un tempo prima di quando era in prigione. Vediamo questo stesso conflitto in molti dei prigionieri. Alcuni dei prigionieri sono a Rebibbia perché erano assassini, comunque la storia di Giulio Cesare è molto reale per loro.
I registi del film sono stati ispirati a scriverlo perché erano andati ad una dramma a Rebibbia nel passato. Hanno scelto Giulio Cesare “perché si tratta di tirannia, omicidio, di tradimento, di amicizia e di cospirazione, e si trova a Roma, in Italia, e queste emozioni corrispondono al mondo da cui vengono i carcerati” (LA Times). La vita in carcere è inseparabile dal dramma perché molti dei carcerati sono condannati per la mafia, o per l’omicidio o il narcotraffico.
Il film si svolge a Roma, come il dramma di Giulio Cesare. La libertà e l’incarcerazione sono i temi principali del film perché i prigionieri vivono un’esperienza alternativa attraverso l‘espressione dell’arte. Il film ha un finale drammatico perché, alla fine, il carcerato che ha recitato Cassio dice: “da quando ho scoperto l’arte, questa cella si è trasformata in una prigione.” Penso che il film sia veramente buono perché ha un elemento di autenticità che mi ha interessata. Anche se alcune parti del film erano in bianco e nero, raccomando il film a molti dei miei amici. Penso anche che sia affascinante che tutti gli attori sono veri detenuti.